IL LAVORO POVERO NON SI COMBATTE SOLO CON IL SALARIO MINIMO: SERVE UNA CONTRATTAZIONE RESPONSABILE E UNA VISIONE D’IMPRESA ORIENTATA AL BENE COMUNE
Nel dibattito pubblico sul lavoro, la povertà lavorativa è una ferita aperta nel tessuto economico e sociale del nostro Paese. Troppi lavoratori, pur avendo un’occupazione, non riescono a costruirsi un’esistenza dignitosa. La soluzione proposta da alcuni, il salario minimo legale, appare tanto semplice quanto riduttiva, soprattutto se adottata in assenza di una vera contrattazione collettiva.
Per Confintesa, il valore del lavoro si costruisce attorno alla contrattazione responsabile e rappresentativa, non con misure calate dall’alto che rischiano di livellare verso il basso le tutele esistenti. Occorre rafforzare la centralità del contratto collettivo nazionale come strumento di equità, crescita e giustizia sociale.
Ma non basta. È necessario anche che il mondo imprenditoriale italiano superi la logica miope del profitto immediato, riscoprendo la propria funzione sociale. Un’impresa che investe nei propri lavoratori, che crede nella formazione, che promuove benessere organizzativo e stabilità, non solo fa del bene al Paese, ma è anche più forte, competitiva e duratura.
La nostra analisi dei Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro rivela come, in alcuni settori chiave, si registrino retribuzioni orarie lorde minime sorprendentemente basse, talvolta scendendo al di sotto dei 5,50 €/ora per i livelli di ingresso.
In particolare, emergono situazioni critiche in CCNL che, pur regolarmente depositati al CNEL e sottoscritti da Organizzazioni rappresentate nel CNEL, stabiliscono compensi orari che sollevano seri interrogativi sulla dignità del lavoro e sulla reale volontà di contrastare il “lavoro povero”. Questi contratti, infatti, mostrano paghe base orarie come ad esempio:
CCNL Commercio, Grande Distribuzione e Retail Marketing (FEDERDAT, UNSIC, UNSICOOP, ASSOPREVENZIONE, CIU-Unionquadri, FLAITS, CONSIL, CONF.I.A.L.): per il Livello VII, la paga base oraria lorda è di circa € 5,05 (da marzo 2025).
CCNL Informatica e Servizi Innovativi e Comunicazione Grafiche e Affini (FEDERDAT, UNSIC, UNSICOOP, ASSOPREVENZIONE, CONSIL, FLAITS, CONF.I.A.L., CIU UNIONQUADRI): per il Livello 11, la paga base oraria lorda è di circa € 5,19 (da maggio 2025).
Questi valori contrastano nettamente con le retribuzioni di altri contratti in settori analoghi.
Questa disparità evidenzia una preoccupante tendenza alla “contrattazione selvaggia”, dove alcune sigle, anche tra quelle che dovrebbero tutelare i lavoratori, finiscono per avallare condizioni economiche che rischiano di perpetuare il fenomeno del lavoro povero, minando la dignità e il potere d’acquisto dei salari. Tale approccio, se non contrastato, può generare una spirale al ribasso, penalizzando sia i lavoratori che le imprese che operano nel rispetto di standard più elevati.
Un’Italia in cui il lavoro resta povero è un’Italia che arretra: i consumi calano, la mobilità sociale si blocca, i giovani fuggono, e la produttività si ferma. È questa la traiettoria che vogliamo evitare. Per questo Confintesa chiede un nuovo patto sociale, in cui la contrattazione torni al centro delle politiche del lavoro, e in cui gli imprenditori scelgano di essere alleati dello sviluppo, non solo del profitto. Garantire salari equi, diritti certi e prospettive di crescita non è un ostacolo per le aziende: è la base per costruire una società coesa, un’economia sana e un futuro solido per tutti. La qualità sociale del lavoro è il cuore della competitività di un sistema Paese.
Il lavoro povero si vince solo con la responsabilità condivisa: della politica, della rappresentanza sindacale e del mondo produttivo. Solo così possiamo dare piena attuazione a quanto affermato nella nostra Costituzione che recita “l’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro”. Ma un lavoro che sia vero, dignitoso e ben retribuito e una rappresentanza del lavoro degna di questo nome.