ALTRO CHE PATTO SOCIALE, SERVE UN NUOVO STATUTO DEL LAVORO CHE TUTELI LAVORATORI E IMPRESE – RIAFFERMANDO E RIFORMULANDO I DIRITTI SINDACALI DELLA LEGGE 300/70

Mentre molte organizzazioni sindacali chiedono al Governo un Patto Sociale che metta al centro sicurezza sul lavoro, salari, precarietà e pensioni, Confintesa propone un cambio di prospettiva radicale: non una trattativa tampone o limitata, ma la riscrittura, anzi, la costruzione, di un nuovo Statuto del Lavoro, moderno, inclusivo, capace di rispondere alle sfide del presente e del futuro.
Il mondo del lavoro è profondamente cambiato rispetto al 1970, anno in cui fu varato lo Statuto dei Lavoratori (Legge 300/70). Tuttavia, i diritti sindacali sanciti da quella legge restano tuttora un pilastro del sistema democratico italiano, e devono essere riformulati, non archiviati, per riaffermarne la validità in un contesto completamente mutato.

Questi, secondo Confintesa, sono i cardini intorno al quale deve essere costruito il nuovo Statuto del Lavoro:

  1. Una nuova rappresentanza per nuovi lavoratori

Il principio di rappresentatività sindacale, il cuore della Legge 300, va oggi aggiornato per riflettere la pluralità del mondo del lavoro contemporaneo. La storica centralità delle confederazioni tradizionali, pur ancora rilevante, deve essere integrata con forme più aperte, trasparenti e inclusive di rappresentanza, che rispecchino l’emergere di nuove categorie professionali, del lavoro autonomo, delle partite IVA, delle piattaforme digitali e di “smart working”.
Nel nuovo Statuto del Lavoro, la rappresentatività va ricondotta a criteri oggettivi, misurabili e pluralisti, capaci di riconoscere l’effettivo radicamento e la capacità contrattuale delle organizzazioni, a prescindere dalla loro anzianità o appartenenza storica. Serve una normativa che superi le ambiguità, garantendo pieno diritto di accesso alla contrattazione collettiva e alla tutela sindacale a tutti i lavoratori, senza discriminazioni di categoria o forma contrattuale.

  • Dal Patto Sociale allo Statuto del Lavoro: un salto culturale

Per Confintesa, l’idea di Patto Sociale, pur condivisibile negli intenti, rischia di tradursi nell’ennesimo tavolo di concertazione privo di risultati strutturali. Chiedere più sicurezza, più salari, meno precarietà è giusto e necessario, ma senza un intervento normativo profondo sul quadro del diritto del lavoro e della rappresentanza, restano parole vuote.
Ecco perché proponiamo un nuovo Statuto del Lavoro, che tenga insieme diritti, doveri e responsabilità, che parli sia ai lavoratori che alle imprese, e che aggiorni, senza cancellarli, i principi democratici della Legge 300/70, in particolare:

  • Il diritto alla libertà sindacale e alla costituzione di rappresentanze nei luoghi di lavoro;
  • Il diritto di assemblea, di affissione, di partecipazione alla vita sindacale, da estendere anche ai lavoratori atipici e in smart working;
  • La tutela contro ogni forma di discriminazione sindacale, da rafforzare nei nuovi contesti digitali;
  • La possibilità di eleggere Rappresentanze Sindacali Aziendali e Unitarie (RSA/RSU) anche in forme flessibili e coerenti con le nuove forme produttive.
  • Sicurezza, dignità, tutele: ma in una cornice nuova

Nel nuovo Statuto proposto da Confintesa, la sicurezza sul lavoro diventa fondamento imprescindibile, da garantire con investimenti, formazione e responsabilità condivise. I salari dignitosi devono essere garantiti non solo attraverso minimi contrattuali, ma anche con strumenti fiscali e contributivi che incentivino le buone pratiche. La precarietà va affrontata superando la logica del lavoro usa e getta, valorizzando le competenze e garantendo continuità occupazionale, in tutti i settori produttivi.

  • Riforma delle pensioni e transizione produttiva

Confintesa propone che il nuovo Statuto dei Lavori assuma una visione integrata e lungimirante dell’intero ciclo di vita lavorativa, dalla fase di ingresso nel mercato del lavoro fino al momento del pensionamento. In un’epoca segnata da trasformazioni rapide e profonde, è necessario riaffermare il diritto alla pensione come elemento fondante dello stato sociale, rendendolo nuovamente accessibile, equo e sostenibile per tutte le categorie di lavoratori.
L’attuale sistema previdenziale presenta evidenti criticità, soprattutto per coloro che vivono condizioni di lavoro frammentarie, caratterizzate da contratti a termine, part-time involontari, periodi di disoccupazione o lavori discontinui. A ciò si aggiunge la condizione di chi svolge attività usuranti, spesso escluse da tutele adeguate e da percorsi agevolati verso la pensione. Confintesa richiede che il nuovo Statuto riconosca e valorizzi queste specificità, prevedendo meccanismi flessibili e personalizzati di accesso alla pensione, capaci di tenere conto della reale storia contributiva e della qualità del lavoro svolto.

Parallelamente, lo Statuto deve farsi carico della sfida epocale rappresentata dalla transizione digitale, energetica e produttiva, accompagnando il cambiamento con politiche attive, strumenti di riqualificazione professionale e protezioni concrete per i lavoratori. Settori industriali strategici, come l’automotive, l’energia, la logistica e l’industria manifatturiera,  stanno attraversando processi di riconversione che rischiano di generare disoccupazione e perdita di competenze. Per questo, Confintesa sollecita l’adozione di un approccio strategico e partecipato, che metta al centro la persona e il lavoro, garantendo un accompagnamento solido verso nuovi modelli produttivi, più sostenibili ma anche più giusti.

Per Confintesa, la riforma del sistema pensionistico e il governo della transizione produttiva non possono essere affrontati separatamente: occorre un quadro normativo e contrattuale coerente, che assicuri continuità nei diritti e opportunità reali di crescita per tutti i lavoratori, in ogni fase della loro vita professionale.

  • Lavoro e impresa: una nuova alleanza sociale

Non c’è futuro senza impresa, così come non c’è impresa senza lavoro. È tempo di superare la contrapposizione ideologica tra capitale e lavoro: serve uno Statuto del Lavoro, non solo dei lavoratori. Una carta dei diritti e dei doveri, che riconosca le reciproche esigenze e responsabilità, e che sia il vero pilastro di una nuova stagione di progresso civile ed economico.
Confintesa è pronta a contribuire con proposte concrete a questo processo costituente, convinta che solo con una riforma profonda e strutturale del diritto del lavoro, che riaffermi i principi fondanti del 1970, adattandoli al XXI secolo, sarà possibile affrontare le grandi questioni che oggi toccano milioni di italiani: dalla precarietà alla povertà lavorativa, dalla sicurezza alla pensione, fino alla competitività del sistema Paese.

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Un commento

  1. Ci piace il Vostro spunto circa il “nuovo Statuto del Lavoro” da Voi proposto con cui prevedere, tra le diverse proposte, di escludere quei Sindacati che non sono radicati i quali, però, godono del più alto riconoscimento soltanto perché sono considerate come quelle Organizzazioni Sindacali cosiddette “storiche”.

    Viva l’Italia e viva Confintesa!

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