MINISTERO DEL LAVORO: MENTRE CONFINTESA CRESCE, A VIA VENETO TUTTO TACE

Mentre il mondo del lavoro cambia volto, mentre i lavoratori chiedono ascolto e rappresentanza, mentre le piazze si svuotano di bandiere della “triplice” e si riempiono di disillusione, al Ministero del Lavoro regna il silenzio. O peggio, l’indifferenza.

I sindacati storici, CGIL, CISL e UIL sono sempre più lontani dai problemi reali di chi lavora. Fanno rumore con proclami, scioperi simbolici e referendum, ma non intercettano più il malcontento diffuso, soprattutto tra giovani, precari e dipendenti pubblici esasperati da contratti bloccati e salari stagnanti. È una crisi evidente, strutturale, che si consuma da anni, sotto gli occhi di tutti. Tutti, tranne per quelli che siedono nel palazzo del Ministero del Lavoro.

Eppure una risposta dal basso esiste: si chiama Confintesa. Una sigla sindacale che cresce guadagna iscritti, conquista spazi nei comparti pubblici e porta avanti battaglie concrete, contrattuali, legali, organizzative, ignorate dai giganti addormentati della rappresentanza. Confintesa non urla in TV, ma agisce nei luoghi di lavoro. Non si inginocchia davanti alla politica, ma alza la testa davanti ai datori e agli enti pubblici. Ed è forse proprio per questo che il Ministero del Lavoro finge di non vedere. Ma perché questo silenzio?

Perché, nonostante Confintesa venga regolarmente convocata dalla Presidenza del Consiglio al tavolo di confronto con i sindacati e nonostante il fatto che Confintesa si sia conquistato un posto al CNEL, l’istruttoria del Ministero del Lavoro, fatta dai dirigenti del ministero e avallata con la firma della Ministra Calderone, non ha ritenuto di inserire Confintesa tra le designazioni da fare alla Commissione Europea per la costituzione del CESE?

Rileviamo con dispiacere, per la stima che abbiamo sempre dimostrato per Marina Calderone, che il consenso della Ministra del Lavoro all’istruttoria che gli uffici del Ministero, Ufficio di Gabinetto in testa, hanno presentato avalla una “fotografia” falsata della rappresentanza sindacale italiana e se questa “fotografia” viene inviata ufficialmente alla Commissione Europea la cosa è ancor più grave.

Inoltre lo stesso Ministero del Lavoro ha ritenuto di inserire un’organizzazione, la CIU, che non ha iscritti tra i lavoratori ma figura tra le organizzazioni sindacali designate alla UE.

Perché avviene tutto questo?    

La risposta è semplice e amara: il Ministero del Lavoro ha paura del cambiamento. Preferisce interlocutori stanchi ma controllabili, prevedibili, istituzionalizzati. Meglio un sindacato burocratizzato che un sindacato vivo, scomodo, che parla chiaro e non ha paura di dire che il sistema è marcio.

Il risultato? Un cortocircuito istituzionale in cui chi rappresenta davvero i lavoratori viene tenuto fuori dalle stanze dove si decide, mentre chi ha perso il contatto con le fabbriche, gli uffici e gli ospedali continua a godere di riconoscimenti automatici.

Il Ministero del Lavoro oggi non è più arbitro imparziale, ma parte di un sistema che difende sé stesso. Un sistema che teme la discontinuità, anche quando è l’unica strada per salvare la rappresentanza sindacale in Italia.

Ma i lavoratori non sono ciechi. Vedono. E cambiano. Anche se il Ministero fa finta di niente.

Confintesa, comunque, spera sempre in un ripensamento di questa linea assunta dal Ministero del Lavoro e la speranza è legata al rispetto dei tanti lavoratori che in questi ultimi due anni hanno deciso di aderire a Confintesa.

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Un commento

  1. Speriamo in un ripensamento del Ministro Calderone perché è ingiusto che i lavoratori dipendenti non siano adeguatamente rappresentati anche in Europa tramite il CESE.

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